Serra d'Aiello

Serra d’Aiello è un comune piccolissimo, poco più di 500 gli abitanti che popolano il paesino a mezza collina, il quale sta su un’altura sulla sponda sud del fiume Oliva. Così piccolo, ma probabilmente è quello che ha “sotto i piedi” le vestigia delle civiltà più antiche passate di qui. Oramai notoriamente indagato dagli archeologi a più riprese, in più campagne investigative, è stato accertato che la collinetta di Chiane, e i siti di Cozzo Piano Grande e Cozzo Carmine Antonio sono i territori con le testimonianze di vita più antiche di questa parte di Calabria, con insediamenti attivissimi risalenti all’età del Bronzo. Com’è altresì abbastanza certa, a Serra, la fase indigena di Temesa, mille anni prima di Cristo, quella Temesa (anche centro minerario, rame) che poi entrerà nell’orbita economica di Sibari, Crotone e Locri. Un piccolo museo civico espone qualche reperto proveniente da necropoli e da varie ricognizioni fatte negli ultimi cinquant’anni.
L’espansione, rurale e urbana, di Serra, è chiaramente legata al vicino grande feudo (Stato) di Aiello che dalla fine del Medioevo è andato ad aumentare sempre più la sua importanza. Serra era un casale, un villaggio di Aiello Calabro.

Negli scorsi anni qualche appassionato di storia ha voluto ipotizzare una presenza di nuclei di lingua albanese a Serra molti secoli fa – forse risalenti ai tempi delle grandi migrazioni dopo la morte di Skanderbeg – ma ciò resta solo una congettura. È stato notato il simbolo di un’aquila bicipite, tipico della bandiera albanese, scolpito nel marmo sulla facciata della chiesa del patrono San Martino Vescovo (del ‘600), e ciò ha fatto pensare a un legame con gli arbereshe, magari anche solo un legame lavorativo con una “ditta” di scalpellini, muratori, operai… ipotesi tutta da dimostrare.

Segnaliamo una ricorrenza nel mese mariano, 10-11 maggio di ogni anno, in tali giorni nel paese ha luogo la Festa della Madonna dei Grilli (agganciata all’episodio, non provato, di un’antica invasione di cavallette nel borgo). Tale festa si tiene dal 1786. Nella prima delle due giornate vengono trasportate delle icone e il gruppo statuario della Pietà.

Secondo la tradizione popolare nel 1786 ci fu nelle campagne, della Serra e della Marina (l’odierna Campora S. Giovanni), una calamità causata da cavallette che stavano per danneggiare il raccolto. La Madonna, portata in corteo per le campagne insieme a San Martino Vescovo, protettore della cittadina, fece il miracolo: al passare di Maria le cavallette perirono e quell’anno si ebbe un raccolto del grano strepitoso.

Serra d’Aiello è raggiungibile seguendo il corso principale di Campora verso l’interno, che diventa una strada provinciale e si incunea nell’entroterra.

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