Partendo da Piazza del Municipio, passando sotto un arco, via Cavour conduce fino alla rocca medioevale. Con rocca si intende l’antica fortezza posta nel punto più alto di Amantea (e tutte le mura e le fortificazioni costruite attorno). Rocca però oggi inaccessibile, poiché il monumento è molto fragile, meritevole di restauri. Il nostro cammino comincia oltrepassando l’arco che delimita l’antico borgo. Qui, fino al 1807, stava la grande porta di Paraporto, distrutta dall’esplosivo francese nell’assedio di quel tragico inverno. Inoltrandoci percepiamo subito una strana sensazione: la quiete ci avvolge. Dalla via su cui si affacciano antichi palazzi, si diramano suggestive scalinate e pittoreschi sottopassaggi. Il tutto appare come una spina di pesce, avente una dorsale centrale ed una serie di diramazioni laterali. La via ha subìto parecchi rifacimenti a causa dei terremoti (l’ultimo scossone importante si è verificato il 1905). Via Cavour è da percorrere esclusivamente a piedi in quanto è composta da una salita/discesa stretta tra le mura delle abitazioni e di alcune piazzole. Queste erano luoghi d’incontri e di scambio. Un tempo tutto questo veniva facilitato dal fatto che accanto ad ogni palazzo nobiliare c’erano botteghe artigianali.
Quello che colpisce di più non è tanto la presenza di monumenti particolari, ma l’intera struttura architettonica, in parte ricavata nella roccia. Sul lato della roccia, incassati in muri di sostegno, sono visibili alcuni giardinetti pensili, che destano l’interesse del visitatore. La curiosità della gente è una caratteristica secolare: in questi luoghi gli unici rapporti erano il faccia a faccia e quindi l’estraneo veniva indagato prima di essere accettato. Dei palazzi si possono ammirare i portali, i balconi, e alcuni piccoli atri. Sul 2° vicoletto a destra, un andito stretto conduce ad una cappella gentilizia della nobile famiglia Cavallo-Marincola, ancora in buono stato, sul cancello notiamo gli stemmi di famiglia.
La stessa è collegata, attraverso un terrazzo, al palazzo. Fino agli anni 80 vi veniva svolta la novena della Madonna delle Grazie che vedeva coinvolte tantissime persone del quartiere. Tornando sulla via principale e continuando a salire, ecco che arriviamo davanti al Palazzo Cavallo-Marincola.
Salendo ancora ci troviamo in una delle piazzuole sopra dette e la sensazione di quiete si tramuta in ammirazione. Qui, nel largo della Chiazzetta, un tempo risiedevano addirittura i Carabinieri, essendo uno di questi stabili adibito a caserma.
Parliamo di abitazioni imponenti che sono state edificate su strati di altre abitazioni che hanno fondamenta forse risalenti alla fine del ‘600 o giù di lì. Ogni stabile può celare al proprio interno tanti documenti o testimonianze nascoste, persino sepolture, come gli scheletri ritrovati proprio qui alla Chiazzetta durante alcuni lavori di pavimentazione. Proseguendo la breve strada in pianura, sulla sinistra una breve gradinata ci porta al largo Chianura, dove ancora oggi stanno alcune abitazioni degli antichi pescatori.
Su largo Chianura sorge l’edificio dove nacque Alessandro Longo, illustre musicista di Amantea. Nei primi decenni del ‘900 fu uno dei pianisti e dei compositori più apprezzati in Italia, esponente della prestigiosa scuola napoletana. Fu docente e direttore del Conservatorio di Napoli. Risalendo su via Cavour, proseguendo il percorso e tenendo la destra si intraprende quella che era la ‘via monastica’ percorsa dai frati francescani verso la chiesetta di San Francesco d’Assisi. La chiesa duecentesca sta esattamente poco sotto il pianoro della torre e dei ruderi del castello.
Giunti alla chiesetta, fino a poco tempo addietro, camminando sulla roccia si poteva giungere al bellissimo pianoro del castello, passando accanto alla torre di guardia. Possiamo ammirare dal basso l’imponenza della torre di forma cilindrica, inglobata nell’area del castello, che si presenta intatta nel basamento. La sua costruzione, che doveva certamente servire all’avvistamento di navi nemiche e darne prontamente I’ allarme con particolari segnalazioni, risale al XIII/XIV secolo. Giovanna D’Angiò nel 1345 fece rafforzare la cinta muraria.