Paraporto

Il nome deriva dalla effettiva presenza di una insenatura adatta a ormeggiare le barche oppure a tirarle in secca o sulla spiaggia. Questa insenatura è visibile nel disegno del Pacichelli fatto intorno alla fine del ‘600, nell’angolo in basso a destra.

FOTO


Forse il quartiere di Paraporto era identificabile con l’area che dall’ex palazzo Mirabelli-Di Lauro (nei pressi del Monumento ai Caduti) scende fino allo slargo della Calavecchia. Proprio il toponimo Cala Vecchia è indicativo in tal senso.
Di questa insenatura, dicevamo, ce ne dà testimonianza l’abate Pacichelli nelle sue osservazioni di viaggio e nella cartografia da lui progettata a fine ‘600 – è una delle immagini (approssimative ma piene di spunti indiziari) che più ci aiutano a ricostruire il profilo della gloriosa Amantea di qualche secolo fa. Si comprende bene come l’acqua del mare dovesse essere molto vicina alle pendici della collina che vediamo oggi. L’acqua occupava tutta l’area oggi attraversata da corso Vittorio Emanuele II, l’ex piazza mercato vecchio, la centrale piazza Commercio e poi via Margerita, via della Libertà…

FOTO

L’avanzamento della linea di costa (verso ovest), e quindi la nascita della spiaggia, sarà evidente un secolo dopo, a fine ‘700, fatto dovuto maggiormente a fenomeni alluvionali, ovvero al deposito di enormi quantità di detriti fluviali provenienti dai fiumi che solcano la Catena Costiera. Le piene dei fiumi riversarono a valle tonnellate incalcolabili di sabbia e pietrame che andarono a formare il vasto arenile.

FOTO DISEGNO BEROTTI 1795

In effetti, se uno ci fa caso, nel passeggiare vicino al Monumento ai Caduti si nota bene la differenza di quota tra l’Amantea alta e quella bassa, e si nota come proprio l’area nei pressi del municipio fosse il settore angolare delle mura fortificate che, dal castello, scendevano di livello e seguivano l’andamento della roccia verso il mare. L’area oggi occupata da via Nazionale era forse uno sterrato, carrozzabile, che conduceva dritto alla Porta di Paraporto: precisamente il sito, la salitella, il curvone che si percorre per arrivare a corso Umberto I, tra Comune e Bar Sicoli. Tale sito, in direzione della fontanella che chiude corso Umberto, è stato modificato strutturalmente più volte negli ultimi 150 anni, proprio per far nascere la strada poi intitolata al vecchio re d’Italia.